Archive for febbraio, 2015

Quanti talenti avrò?

Posted by supergiovan8 on febbraio 24, 2015
emozioni / Nessun commento
foto di PB

foto di PB

Stanotte non ho salvato nessuno. Dannazione. E proprio mentre scrivo questo pensiero suona l’ultimo campanello a cui fa subito eco la NET al termine nell’altro corridoio… dannazione anche a lei!

Ma torniamo al punto della faccenda: questa notte non ho salvato nessuno! Terribile secondo me, molto meno per la collega e per i pazienti. In realtà non è un dramma nemmeno per il sottoscritto però, dai… “però, dai” un cavolo! Meglio così.

Ogni giorno, sia per la mia inclinazione, sia per evadere dalla cronicità di questa unità operativa, mi immagino il mio futuro in rianimazione come se potessi già sapere come sarà. È strano poter immaginare il top della propria carriera e nel frattempo ricordarsi che o andrà come voglio, e in questo caso sarà una figata, oppure non andrà come immaginato, e per ora non ci penso. Non ci voglio pensare.

Intanto guido nella nebbia verso il mio lago, penso alla paella di stasera, alla sciata in programma fra qualche giorno e ripenso: stanotte non ho salvato nessuno però stasera mangio il pesce e fra tre giorni ho una rara domenica libera. Piccole gioie a breve termine s’avvicinano, ma non basta: io voglio salvare qualcuno!

supergiovan8

Com’ero

Posted by Magamagò on febbraio 10, 2015
pensieri / Nessun commento
foto di HA

foto di HA

Com’ero da piccola, com’ero da adolescente, com’ero all’inizio dell’Università …

Sono le tre, di notte naturalmente, una notte di guardia tranquilla che scorre nei soliti binari della tragedia …
reparto pieno, pieno di persone anziane e quindi di vite vissute, ricche, tanto ricche, che forse si concluderanno questa notte, o la prossima ( noi siamo come animali, la notte fa paura, ma al tempo stesso dà riparo e conforto ).
E con loro finirà un pezzo di memoria universale, cosa sono stati ma anche come sono vissuti i loro cari, più giovani o più vecchi di loro.
E la memoria universale è come un treno con tanti vagoni attaccati l’uno all’altro; ogni tanto un vagone sparisce ma ne rimane l’ombra, e il treno non si ferma mai ma prosegue il suo cammino nella sua ” interezza a buchi “.
E’ quasi Natale e questo per ora mi intristisce, perché i miei cari vecchietti non ci sono più, e ho paura piano piano di dimenticarli, non come persone ma come frammenti di vita passata; di non ricordare le cose fatte insieme, il loro modo di essere. Oppure di non ricordare come mi vedevano loro, cosa pensavano di me, e mi rammarico di non poterglielo più chiedere… non lo saprò mai più.
Scrivevamo tanto prima, nei tempi passati, nel secolo scorso; lettere d’amore, lettere quando si era in vacanza, lettere quando si rimaneva ad aspettare chi era partito.. qualcosa rimaneva.
Mio zio invece viaggiava molto e mandava sempre una cartolina con su scritto ” SEGUE LETTERA “.
Ovviamente mai ricevuta una di quelle lettere promesse ! Era già moderno !
E guardando ” i miei vecchietti ” quelli che sto cercando di curare, vorrei dir loro :
” aspettate, non andate via senza aver prima riversato la vostra memoria passata su di noi, fateci questo regalo di Natale ! Per favore !
Ma non è possibile e poi forse noi non potremmo vivere con questo peso cosmico sulle spalle.
Allora basta ricordare qualcosa ogni tanto, un campanellino che trilli nella mente quando meno ce l’aspettiamo …
Sì, può bastare. Tanto c’è Dio che è la memoria assoluta.
Vi voglio bene ” vecchietti “, miei ed altrui, e vi porterò nel cuore e nella mente come una delle ragioni per cui sono un medico e non … un’alpinista o chissaché.

Magamagò

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