Occhi chiusi

Posted by Gavino on giugno 09, 2013
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foto di GP

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La vita che ti scivola tra le dita, che riempe la mente di ricordi nascosti negli angoli più bui del nostro essere…

Come sarebbe stato bello fare, dire, osare in certe occasioni.

Lacrime di rassegnazione che lasciano il posto a sospiri di pace cercata e forse mai trovata.

Occhi chiusi per proteggersi dal mondo che fuori continua anche senza te ed arriva alle tue orecchie, attraverso queste finestre ,in maniera ovattata ed impersonale.

Occhi chiusi per ricordare i sorrisi smarriti e gli attimi mancati.

Respiri profondi per arrivare fino in fondo all’anima e sentirla vivere, pulsare. Cercare la pace per partire, sapendo che il viaggio a volte è senza ritorno e non contempla soste per riposare.

Cercare gli sguardi più amati e fissarli nel tempo che ci resta a disposizione per non perderli mai più e tenerli stretti a noi per paura che svaniscano con noi.

Occhi chiusi per non aggiungere tristezza alla partenza.

Forse non è questo che hai pensato quando è stato deciso di non accanirsi più terapeuticamente

… o forse si.

Gavino

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La Solitudine delle Ombre

Posted by Gavino on maggio 31, 2013
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foto di GP

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Entrare in reparto e chiudersi la porta alle spalle. Pensare che la sofferenza è racchiusa in quell’ambiente asettico e denso di odore che sa di dolore e sofferenza. Ma non è cosi…

 

La notte i pensieri incalzano e speri che arrivi un’urgenza per rifugiarti tra adrenalina e contropulsatore… ma non e’ cosi… la notte guardi fuori dalla finestra del reparto, se sei fortunato ad averne una, e rimani in questa sorta di “indifferenza”. Il mondo là fuori con le sue luci, che continua imperterrito la sua corsa e tu in questo reparto così lontano da questo mondo. Quanta gente, ognuna con la propria storia da vivere e raccontare… quanta gente… che ti sembra completamente indifferente quando fa parte del mondo fuori, ma che diventa parte di te stesso, della tua vita quando diventano pazienti e sono lì… sedati… intubati; ognuno con la propria storia da vivere, raccontare.

La notte strappa i ricordi e ti fa pensare… riflettere… i rumori degli allarmi al monitor sono i tuoi compagni di viaggio. La malinconia che traspare da quelle ombre ti ingloba ed allora pensi… pensi ai tuoi sbagli, alle tue paure, ai tormenti della tua coscienza che non devono trasparire dai tuoi gesti, dal tuo viso. Ma le ombre ci sono, ti accompagnano fino alla fine del turno e quando vedi la luce della notte schiarirsi dalla finestra pensi che sei quasi alla fine del tuo turno e che forse il sonno riuscirà a darti un po’ di pace e di riposo per affrontare un’altra notte in un luogo che non può essere diviso tra quello che sei e quello che fai….

 

Gavino                      

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Primavera

Posted by Gavino on maggio 16, 2013
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foto di GP

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Essere presenti… empatia, assertività, quante parole così difficili da capire e così facili da poter essere dimenticate dopo tanti anni passati tra sofferenza, dolore, malattia. Ma non è vero… sono sempre presenti, nascoste; puntualmente saltano fuori e si materializzano ogni volta che mi ritrovo a pensare alla tragedia dei familiari dei miei pazienti deceduti. Il colloquio con i parenti per dire che il loro caro è deceduto o che non c’è più nulla da fare.

 

 

Lo so… non vorrei essere lì… è troppo alta l’emozione e cosi anche l’imbarazzo, perchè vedere altre persone straziate dal dolore ti fa abbassare gli occhi a volte… Ma prendi un bel respiro e ti fai forza mentre li accompagni dal loro caro e allora ti assale la paura. La paura di vedere scene di dolore che non vorresti.

“la rappresentazione del dolore e’ personale” mi dico, ma mi sento in imbarazzo nel vederla, viverla nel mio contesto professionale, soprattutto quando a morire è un ragazzo di sedici anni.

Finito il turno esco e mi accendo una sigaretta, faccio un tiro profondo… alzo gli occhi al cielo e mi dico: “che bella stellata stasera… è quasi primavera”.

Mi incammino verso la macchina e non posso fare a meno di pensare a come sarà la vita delle persone alle quali il destino ha portato via i propri cari.

Questo lo sto già vivendo mi dico… perchè io sono unico ma non diverso da tutte le persone che incontro e che incontrerò nel cammino della mia vita.

 

Gavino

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