Primavera

Scritta da Gavino su maggio 16, 2013
emozioni

 

foto di GP

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Essere presenti… empatia, assertività, quante parole così difficili da capire e così facili da poter essere dimenticate dopo tanti anni passati tra sofferenza, dolore, malattia. Ma non è vero… sono sempre presenti, nascoste; puntualmente saltano fuori e si materializzano ogni volta che mi ritrovo a pensare alla tragedia dei familiari dei miei pazienti deceduti. Il colloquio con i parenti per dire che il loro caro è deceduto o che non c’è più nulla da fare.

 

 

Lo so… non vorrei essere lì… è troppo alta l’emozione e cosi anche l’imbarazzo, perchè vedere altre persone straziate dal dolore ti fa abbassare gli occhi a volte… Ma prendi un bel respiro e ti fai forza mentre li accompagni dal loro caro e allora ti assale la paura. La paura di vedere scene di dolore che non vorresti.

“la rappresentazione del dolore e’ personale” mi dico, ma mi sento in imbarazzo nel vederla, viverla nel mio contesto professionale, soprattutto quando a morire è un ragazzo di sedici anni.

Finito il turno esco e mi accendo una sigaretta, faccio un tiro profondo… alzo gli occhi al cielo e mi dico: “che bella stellata stasera… è quasi primavera”.

Mi incammino verso la macchina e non posso fare a meno di pensare a come sarà la vita delle persone alle quali il destino ha portato via i propri cari.

Questo lo sto già vivendo mi dico… perchè io sono unico ma non diverso da tutte le persone che incontro e che incontrerò nel cammino della mia vita.

 

Gavino

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