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Rumori. Che si provocano per una vertigine del sangue,
un moto vorticoso che fa vibrare le valvole e il cuore intero.
A volte più intensi e accompagnati da un fremito,
quando accosti la mano, superando il pudore, per palpare il petto.
Musicali per l’orecchio, o come un canto di gabbiano, oppure aspri, perfino duri.
Nei giovani sono innocenti,
come se il muscolo emettesse un sospiro adolescenziale,
benigni come i primi amori.
Nell’anziano sono rudi,
segno di malattia come le tracce profonde della vita,
frutto di indurimento delle valvole e di tutto il cuore.
Organici alla condizione e all’età, senza più ideali.
E che succede se il cuore batte all’impazzata?
Sbuffa, soffia, come una locomotiva a vapore,
con la pressione che sale e le ruote che accelerano…
Una stenosi aortica – calcifica – è una pena profonda,
che nella difficoltà ti stringe come una morsa.
Un cuore che si tormenta con un rombo cupo, che cresce,
spinge fuori il sangue, poi prende fiato, poi risale di nuovo.
Un ritmo faticoso da tenere, che va fuori fase e a volte fibrilla.
E la polmonare stenotica non è da meno,
anche se il destino vuole che sia più fortunata, mai così grave.
Ma se sono le valvole atrio-ventricolari (la mitrale! la tricuspide!)
che ti portano in sala motori – la sala da spinta dei ventricoli –
ad essere difettose, insufficienti, a non tenere più,
allora tutto torna indietro,
il sangue che dà vita ti rimbalza contro,
in un va e vieni infinito: olosistolico, quel maledetto soffio!
Se ti va bene.
Già, perché se il danno è severo
ti frega anche la diastole: allora si che balli.
Ma puoi scegliere: puoi ballare solo all’inizio
– e la chiamano protodiastole… –
quando il sangue proprio non ce la fa ad andare avanti,
ritorna a casa mogio mogio dall’arteria polmonare o dall’aorta,
perché la guardia delle valvole è insufficiente
e pietosamente lo lascia rientrare.
E il sangue, quando si accuccia in punta al ventricolo,
rulla come il vecchio pirata su una nave fantasma: il rullio di Austin Flint.
Se invece è l’entrata attraverso la guardia mitralica o tricuspidalica
ad essere serrata, stenotica, ti toccherà rullare per tutta la diastole,
e peggio per te verso la fine, ché si contrae anche l’atrio.
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Anche se fuori tutto è magnifico
Non lo prenderò come un rimprovero
È possibile abbia sogni sbagliati
Un po’ illusi al momento
Mi appartengono
Gigi