In quest’anno sono nati molti figli di quella generazione di specializzandi che, anni fa sono venuti, tutti insieme, a lavorare nel mio ospedale. Dopo aver faticosamente tirato la carretta nei primi durissimi anni, piano piano hanno messo su famiglia.
Adesso tocca a loro crescere i figli, come son cresciuti i nostri.
A loro dedico questo post di Irene Amodei, giornalista de La Stampa di Torino, che ho trovato geniale, bello, essenziale. Auguri!
“Assaggia ogni giorno un pezzo di mondo. Una fetta, una briciola, come vuoi. L’importante è assaggiare. Perché finché non assaggi, non puoi sapere davvero che gusto ha. Non permettere mai che la paura di sbagliare t’impedisca di tentare qualcosa di nuovo. Tuo padre è uno scienziato e non te lo perdonerebbe. L’errore è scoperta, creazione, fantasia. Impara ad ascoltare le storie dai nonni, a ballare senza musica, a battere le mani fuori tempo, a cantare canzoni sconosciute, nella lingua delle stelle. Non rivelare tutti i segreti, trova il tempo per la noia, soprattutto trova il tempo, e non lasciare che ti scappi tra le dita.
Spòrcati di fango sotto la pioggia, aggràppati alla roccia con le mani nude, scòttati le dita con il pane caldo, starnutisci e ridi senza trattenere dentro niente. Piangi quando non è possibile fare altro, e non averne vergogna. Arràbbiati, ma non troppo con te stessa, se ci riesci. Ammira il volo delle anatre, il loro infinito coraggio non è per tutti. Prendi esempio e dai l’esempio. Grida per difendere le tue idee, assapora l’attesa, ma vivi nel presente, facendoti guidare da sogni a colori. Sfida l’arroganza con l’intelligenza, lotta con tutte le forze che hai, indìgnati di fronte all’ingiustizia, e cerca nel frattempo di essere felice. Impara a rispettare le regole, quando ti sembra abbiano un senso. Diffida degli ordini, fìdati dei consigli, pensa in grande. Sappi che ci sono altri colori oltre al rosa, che nelle fiabe il garzone potrebbe sposare il principe, e non solo la principessa, che un paese può scegliere lucidamente di non avere un re, e vivere lo stesso, felice e contento.
Hai appena compiuto 5 anni. Distingui la mano destra dalla sinistra, la emme dalla elle (maiuscola), la gioia dalla tristezza. Sei curiosa, gentile, affettuosa e a tratti petulante, d’altronde ce l’hai nei geni. Possa l’anno che viene illuminare un po’ la tua strada. Ovunque vada.”
Irene Amodei
comparso nella rubrica “Vivere altrove” dell’inserto Torino Sette su La Stampa, (col gentile consenso dell’autrice)