Archive for agosto, 2016

Non solo Barbapapà

Posted by supergiovan8 on agosto 10, 2016
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foto di PB

foto di PB

Alì (nome di fantasia che sostituisce un nome ben più complicato di “Armando”) sta nel suo letto bello pacifico.

La collega in consegna mi ha descritto il decorso post operatorio, le infusioni in corso e lo stato generale del malato: buono.

Entro subito in camera per dargli un occhio; è in prima giornata e anche se non fosse stato nella prima stanza sarei comunque andato subito da lui per avere un’idea precisa di chi fosse e se necessitasse di qualcosa, e poi perché era anche il più “critico”. Dal corridoio, dove ci sono circa un milione di gradi Celsius si passa nella stanza, che aveva la porta socchiusa, con una temperatura di circa 28° C: è evidente che per chi continua a fare dentro e fuori il trauma è importante e continuo (sigh!!!)…

Gli allarmi dei monitor sono già impostati al 100% e tutti i tubi finiscono nel posto giusto. Entrando lo saluto, con la moglie che amorevolmente gli stava rinfrescando il viso che subito mi fa spazio per i vari controlli.

Vedo un uomo, lungo e scuretto, che giace pacifico in un letto forse troppo corto per lui ma comunque adeguato per certe circostanze, tipo dopo un’operazione chirurgica di quelle toste.

Mi avvicino e gli dico, brandendo il termometro timpanico:

“Come sta? Tutto bene? Oggi pomeriggio ci sono io, le serve qualcosa?”

Placido, mi risponde:

“Se se, me sto bè…fa’n pò calt ma va bè isè dai!”

Rimango di stucco, ma non è un barbatrucco: parla il mio dialetto!

Ah, la globalizzazione…ah no, l’immigrazione…

Ma questi ci vogliono rubare pure il dialetto? Una volta non volevano soltanto le nostre donne?

Ah no, scusate, questa è solo una persona emigrata qui da circa 30 anni che si è integrata, ha lavorato duramente e ora, come una normale persona ammalata, si fa curare.

E la morale di questa storia è che il tipo mi ha fregato col dialetto, ma solo col dialetto. In questi tempi di paura verso “l’altro” è molto semplice tacciare tutti i “diversi” come terroristi, invasori e fuori posto; la verità è che questo signore è stato, ed è, una risorsa e come tale va tutelato; perché né io né voi né la maggior parte delle persone che conosco in fonderia a lavorare ci andrebbero mai.

Lui sì. Per 30 anni lo ha fatto, per uno Stato che non era il suo (mentre la pancia sì, chiaramente).

E’ un dare e ricevere più che equo, secondo me, questo. Evviva i vari Alì!

Supergiovan8

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Reperibilità

Posted by zarianto on agosto 02, 2016
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foto di DB

foto di DB

Driiin!!! All’una di notte…suona il cellulare! “Vieni giù che c’è casino!” .

Accidenti! Proprio mentre pensavo di averla sfangata e finalmente, sotto il peso di palpebre inesorabilmente calanti, affievolitosi il consueto stato di vigile allerta, mi arrendevo al sonno ristoratore, sullo scomodo divano anti…coma di casa, già, opportunamente in abiti civili, coi piedi avvolti da assai ginniche scarpe, da linea di partenza! Bisogna andare!

Nel “minor tempo possibile” , come recita il contratto, esco, mi reco all’auto, metto in moto…e via.

In piena notte, la strada è veloce. Anche i semafori dormono, ignari degli attraversamenti pedonali e uniche luci nel buio, insieme ai miei fari.

Il silenzio è rotto dalle languide note dell’autoradio, disattente rispetto alle vendite, ma suggerite dal gusto personale del DJ e cariche di giovanili ricordi, spiagge notturne, lune gigantesche e stelle luminose, in costellazioni appena riconoscibili, scarsamente efficaci nell’attutire la solitudine del viaggio a rotta di collo verso l’ospedale, ma perfettamente idonee a sottolineare la meraviglia dei contorni sfumati delle strade, degli edifici, dei monumenti e dei parchi, nascosti, pudici e ritrosi, nell’oscurità.

“Al mio arrivo”, come suol dirsi…il caos! Il Pronto Soccorso collassa inerme sotto l’incessante e martellante stridore delle sirene, a scandire senza sosta il trasporto di pazienti in codice rosso, con l’impietosa e marziale cadenza di…uno all’ora!

Salto così dal paziente precipitato dal secondo piano, a quello shockato per cause da determinare (di ndd, in gergo tecnico), dall’infartuato semicomatoso, a quello in preda a una gravissima crisi asmatica, trovando il tempo di sfanculare l’infermiera di reparto (me ne scuso siceramente e profondamente) inpanicata per la novantenne morta stecchita nel suo letto, in un lago di sangue, districandomi tra il posizionamento in serie, a mo’ di catena di montaggio, di tubi endotracheali, linee arteriose e venose centrali, drenaggi pleurici…e quant’altro…con una puntatina in emodinamica, al seguito di un paziente sanguinante in addome!

L’alba mi coglie a scrivere montagne invalicabili di consulenze che sembrano la trama di un romanzo fantasy, in cui, per puro miracolo, non si verifica la strage di innocenti!

Inizia la danza degli occhi alla ricerca di lancette d’orologio sempre più lente col trascorrere del tempo, fino a quando, giunte le 08.00, alla buonora, posso abbandonare…l’incubo e tornare, un po’ più lentamente per il traffico e i semafori svegli, a casa…tra lenzuola accoglienti e non più in pole position sul divano…di partenza!

Il risveglio pomeridiano mi allarma il giusto sugli accadimenti reali, anziché onirici, poiché in quindici anni, mai si era verificato alcunchè di simile! Che sia l’inizio…della fine? “Speren de no!”.

Zarianto