amami, Alfredo

Scritta da blue dolphin su gennaio 19, 2011
cronache

Alfredo ha 55 anni, una moglie simpatica e una figlia adolescente.
E’ ricoverato in rianimazione da oltre 3 mesi, battendo svariati record provinciali e regionali. Ha all’attivo una fibrosi polmonare occupazionale, una cardiopatia dilatativa, uno shock settico e due arresti cardiaci, da cui il meritato nomignolo di Highlander. A vederlo, soprattutto quando è in buona, non lo diresti… certo, le masse muscolari sono solo un vago ricordo, la crymine lo ha indebolito tanto da renderlo quasi incapace di parlare, tanto che la cannula fonatoria giace spesso inutilizzata nell’apposita scatolina e il colorito non è dei più sani, ma in realtà il nostro eroe è stato dichiarato dimissibile da settimane. Eppure anche stanotte è qui. Eccoci all’annoso problema: quei fantasmi dei “reparti a bassa intensità di cure” che, a quanto pare, esistono solo sulla carta, anche in questa regione così figa dal punto di vista sanitario (dicono…). Nei fatti, nessuno è in grado di prendersi cura di Alfredo, della sua tracheostomia e del suo ventilatore domiciliare, come i molteplici e spesso drammatici tentativi di trasferimento hanno dimostrato: Alfredo è sempre tornato al mittente, talvolta ripreso per i capelli, con un’espressione allucinata e colpevolizzante del tipo “ma dove accidenti mi volevate mandare?? vi sembro uno da corsia?”. Perplessità comprensibili, ma… che fare? Con tutto il bene che ti vogliamo, Alfredo, dove ti mettiamo? La soluzione è per ora una lunga lista d’attesa in una “struttura speciale”. Nessuno sembra veramente convinto e l’attesa sta diventando secolare, ma se qualcuno ha un’idea migliore, batta un colpo per favore.
Per il momento, insomma, il Nostro resta in famiglia. E non si limita a governare il proprio box, ma da lì ci sorveglia tutti, reclama le nostre attenzioni battendo le mani (gli facciamo il verso: “cameriere, il conto!” e lui ci risponde con un garbato segno dell’ombrello) e commenta con pollice verso l’arrivo dei medici che gli stanno antipatici (non ho ancora capito cosa diamine pensi di me…). Non solo: dal proprio trono giudica, con inequivocabili espressioni del volto, l’arrivo degli altri pazienti, in un turnover che – per fortuna – gli porta dei vicini di casa nuovi quasi ogni giorno. Sembra una zitella inacidita che osservi il via vai di gente dal balcone: faccia indifferente, forse un po’ snob, per i banali postoperati; espressione mesta per i neurolesi; disgusto per i politraumi; rassegnato scuotimento del capo per chi secondo lui non ce la farà… e c’è da dire che è diventato più bravo di qualunque score multiparametrico!
Ma quello che veramente lascia esterrefatti è guardarlo mentre si gestisce le proprie invasività: si aggiusta le medicazioni del cvc che non lo convincono e quando gli gira, scelto il sondino più opportuno, si broncoaspira con gusto le secrezioni, dopo aver sconnesso con attenzione il circuito dalla tracheo. Uno spettacolo! Intendiamoci, nessuno gli ha mai chiesto di farlo. Ma lui è ostinato e ci si impegna, un po’ per sentirsi autonomo, un po’ perchè forse si annoia; e poi, insomma… credo che lo farei anch’io al suo posto. La tracheo è mia e la gestisco io!
Il suo stato psichico è spesso un problema. E’ difficile immaginare di passare 3 mesi in una rianimazione, 2 dei quali in piena coscienza: perdi la consapevolezza della notte e del giorno, i tuoi ritmi circadiani si confondono col cambio turno degli infermieri, sei condannato ad un inquinamento acustico spesso assordante e soprattutto aspetti senza sapere bene cosa, quando e soprattutto perché. L’assistenza psicologica e la terapia antidepressiva qualcosa fanno, ma spesso Alfredo si scoraggia, a volte piange, a volte sillaba con le labbra “tanto muoio”; a volte invece per fortuna si arrabbia, ti manda a fanculo senza motivo e poi sembra stare decisamente meglio.
La sera, dopo che sua moglie se ne va, è il momento della tv. Non ne ha sempre voglia. Spesso scrive sulla sua lavagna “ma perchè paghiamo il canone?”. Sempre lucido, senza dubbio…
Stasera sono reperibile e mi hanno incastrato. Tra 20 minuti vado in sala. Ho mangiato qualcosa e ci sarebbe giusto il tempo di guardare un po’ della mia telenovela preferita. Sia ben chiaro, non che io la guardi spesso, ma ogni tanto, per svagarmi un po’… e poi stasera Angela e Franco si dovrebbero rimettere insieme, è un puntatone. Mi affaccio nel box di Alfredo, aria assente e depressa: “che guardi?”. Scuote la testa con indifferenza. “Ti scoccia se cambio?”. Fa spallucce. Mi appoggio al letto, monopolizzo il telecomando e seguo rapita le commoventi scene d’amore-vendetta-ritorni di fiamma, dimenticandomi quasi del mio ospite, che comunque non si ribella alla cosa. Dopo un po’ si affaccia il collega di guardia, il vice-capo: “ma tu non dovevi andare in sala? e che è sta roba trash che guardate??”. Mi sveglio dalla trance e davanti al mio serissimo Responsabile, un po’, sinceramente, mi vergogno. Ed ecco l’idea geniale e perversa: “Facevo compagnia ad Alfredo…il programma l’ha scelto lui!”. Gli faccio l’occhiolino e scappo in sala, mentre lui scuote la testa in segno di profonda disapprovazione. Tanto la fonatoria non ce l’ha neanche stasera, non farà la spia…

Blue Dolphin

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