Dall’altra parte

Scritta da zarianto su aprile 17, 2014
testimonianze
foto di RR

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Riapro gli occhi al suono decisamente familiare, ritmico e squillante dei monitor della terapia intensiva… soprattutto ritmico, nel mio caso… dopo ore di manipolazione cardiaca!

Subito, un conato di vomito, cagionato da una pressione sanguigna un po’ bassina, come leggo al monitor (che trovo rapidamente con lo sguardo), per cui richiedo gentilmente la pronta somministrazione di liquidi, puntualmente erogati.

Il volto sorridente di mia moglie e le sue mani delicate che afferrano avide la mia, mi confortano!

Un caro amico chirurgo, giunto di lontano per assistermi, mi rassicura sulla riuscita dell’intervento. Sono ancora, vivo e… vegetante!

La collega anestesista, guardia notturna, si presenta ed è semplicemente deliziosa coi pazienti.

La notte, almeno per me, scorre tranquilla.

Il trasferimento nella terapia subintensiva un po’ meno!  Le ferite sul torace e i drenaggi pleurici, a un certo punto, di notte, dolgono tanto da togliermi il fiato, ma la crisi viene affrontata e risolta prontamente dal personale in turno, sollecitato anche dalla pietà mio vicino di letto: non dimenticherò mai le parole rassicuranti dell’infermiere e le carezze amorevoli della sua collega, entrambi rimasti a vegliarmi fino a quando il sonno riesce ad avere ragione di me.

Pazienti, infermieri e medici, tutti (o quasi), non sono solo encomiabilmente gentili, ma proprio amorevoli (tranne qualcuno, ma, nel numero, si sa…) e non soltanto con me.

Possono nemesi storica, malasuerte e superstizione sottrarsi all’irresistibile tentazione di concretizzare uno dei maggiori fattori di rischio per la salute, cioè quello costituito dall’essere parte del sistema? Ovviamente no, pertanto mi complico, con alcuni problemi risolvibili nella struttura riabilitativa, presso la quale vengo inviato e dove inizia un secondo percorso terapeutico e soprattutto umano.

Conoscendo un po’ la medicina, giungo al centro abbastanza preoccupato per le mie condizioni di salute, ma presto il personale e la forma fisica dei pazienti stessi mi tranquillizzano: l’ambiente è assolutamente accogliente e familiare e il personale competente, cortese, disponibile, efficiente e divertente!

Inizia il percorso riabilitativo di tutti noi cardiopatici, sopravvissuti con consapevolezza alla cardiochirurgia, con quel senso di reducismo che presto unisce fortemente e inesorabilmente, fino alle lacrime di qualcuno, ognuno con una storia diversa da narrare, eppure simile, ricca di coltelli più o meno noti,  di corse disperate in ambulanza, di parenti dotati di inesauribile pazienza, di vuoti di memoria, di difficoltà motorie e, soprattutto, di tanta speranza, voglia di ricominciare e in special modo… di ridere!

Non sarò mai abbastanza grato a tutte le persone incontrate durante questo difficile e insidioso cammino, Paolo, Adriana, Giovanna, Chiara, Sara, Lara, Sergio, Giovanni, Dario, Mauro, Alessandra, Pancrazio, Loredana e tantissimi altri di cui rammenterò sempre il volto sorridente e così confortevole, benché non ne riesca a ricordare – ahimè – il nome, per la loro umanità, comprensione, simpatia e infinita bontà.

Un ringraziamento particolare va alla collega anestesista di sala operatoria che non potei rivedere dopo l’intervento, per il riguardo e la professionalità che ho avuto modo di cogliere.

A te, lettore, che hai sacrificato tempo prezioso per leggermi, auguro una salute infinita, ma dico che, in caso di necessità, troveresti molte persone disposte e in grado di aiutarti efficacemente, che ho l’impressione che costituiscano la maggioranza silenziosa che mantiene in vita, contro ogni probabilità statistica, questo nostro martoriatissimo sistema sanitario.

Grazie per l’attenzione e saluti a tutti… di vero cuore!

Zarianto

1 Commento

  • gio scrive:

    innanzitutto molti auguri di buona guarigione, ma soprattutto grazie per fornire ancora più´evidenza che il SSN e´una grande risorsa per gli italiani, e chi di noi lavora fuori dal paese sa che non e´cosa scontata!

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