Un sabato alle 2.00, durante il turno in 118, codice rosso: lipotimia in terminale (in questa maniera barbara si esprime la mia centrale!). 62 anni, tumore laringeo con metastasi in ogni dove. Circa trenta chili di ossa e cute. Nessun lamento verbale (era laringectomizzato) ma tanto dolore si leggeva negli occhioni lucidi che sembravano ancora più grandi rapportati al corpo anchilosato. I due figli mi fanno:
“dottore sappiamo che sta morendo ma non possiamo vederlo finire così”,
ed io: “ma è seguito dall’oncologo oppure dal servizio per la terapia del dolore?”.
La figlia, voltando lo sguardo alla finestra come in segno di malcelato rancore,
“quando non guarisci oppure non servi più per le chemio, i protocolli e gli studi multicentrici, chi se ne frega di te…Vi prego portiamolo in ospedale per fare qualcosa, noi non ce la facciamo ad assistere a questo scempio inumano”.
Una coltellata nella mia dignità di medico. “Ok dove possiamo sederci per parlare un pò?” Mi vengono in mente le raccomandazioni della mia maestra in tema di comunicazione, Fiorella Paladino, tutti seduti alla stessa altezza, sguardo negli occhi, mano sulla spalla per creare contatto ed empatia.
Spiego che il solo atto di metterlo sulla barella dell’ambulanza determinerebbe dolori INUTILI. Allora descrivo la sedazione del morente di cui ci ha parlato Carlo, il nostro docente al corso. Un cocktail di sedazione ed analgesia che accompagna il malato nel suo naturale percorso ma senza dolore e senza indurre la morte.
Ma il mio bravissimo infermiere mi dice “ma non ha la vena e, a lume di naso, non sarà tanto facile”. Evita persino di toccargli le braccia per non fargli male. Insomma un vero delirio di impotenza davanti al nostro nemico dolore.
Idea! L’intranasale con midazolam e morfina ad alte dosi. Spiego la “strana tecnica” ai familiari ed iniziamo: Grande cautela nel cercare di iniettare il farmaco nel naso senza muovere il capo. Dopo circa quindici minuti, quei grandi occhioni si chiudono in un sonno ristoratore. Giusto il saturimetro (ma solo per dimostrare ai figli che sta dormendo). Comunico agli stolti della centrale che sono ancora a casa del paziente e di allertarmi in caso di necessità e restiamo circa un’ora a “far compagnia” ai figli. Lascio dei MAD300* con due fiale di Midazolam da 15 mg già caricato ed istruisco su come fare in caso di risveglio. Lascio il numero di telefono del P.S. (dove c’è la nostra postazione) per eventuali problemi. Alle 6.00 la figlia mi telefona per dirmi che Gaetano (il padre) è morto dicendo queste parole “SENZA SOFFRIRE!”
Musica per le mie orecchie. Addio Gaetano e grazie Carlo!
* Mucosal Atomization Device è una siringa con un atomizzatore per la somministrazione di farmaci attraverso le mucose nasali (NdR)
Magu
Le storie del 118 sono quelle che mi coinvolgono di più perchè siete tutti fantastici e bravi professionalmente.