storie di pronto soccorso (prima notte)

Scritta da rem su maggio 19, 2010
racconti

Ci sono capitato per caso in un PS
non per scelta. Un giorno il direttore sanitario mi chiama e mi chiede se mi va di fare Pronto Soccorso
Rifletto lo guardo poi dico: certo che sì
So che è la risposta giusta
Come lo so ?
Un’intuizione, il mio spirito guida, la mia innata capacità di fare la cosa giusta al momento giusto? No.
È solo il terzo mese di prova e posso essere licenziato senza preavviso.
E’ un’ottima scelta che contribuirà alla mia crescita professionale
e personale
– dice il Direttore – anche lui, se solo potesse tornare indietro farebbe la stessa cosa, è veramente stufo di continuare a stare dietro alle scartoffie, alle beghe sindacali e a tutto quello che comporta un incarico come il suo, vorrebbe tornare a fare il medico se solo potesse, ma tant’è. Così è la vita.
A proposito…
inizio domani notte.
E’ un vero bastardo il direttore Sanitario

La prima notte

Prendo servizio alle 8 di sera percorro la lunga linea gialla che porta dalla Radiologia alle Sale di visita, ho un camice bianco pulito e degli zoccoli, per il resto sono un perfetto borghese: camicia blu pantaloni di velluto, non ho indossato la classica tuta verde per scelta, non voglio tirarmela, anche perchè a ben vedere non so fare un cazzo, fino a ieri mi occupavo di Geriatria poi hanno ridotto drasticamente i posti-letto del reparto perché rendeva poco, solo pensionati in bilico sulla soglia dell’indigenza, e oggi sono qui nel Dipartimento di emergenza-urgenza-accettazione.
Nessuno mi ha spiegato niente, nessuno mi ha portato a vedere i luoghi o mi ha illustrato le procedure, non mi hanno fatto alcun corso specifico.
Da questa sera sono un medico dell’urgenza
spero in bene per me
e anche un po’ per i pazienti.
Che Dio me la mandi buona.
Anche se non sono credente.
Spero che non voglia farmi un dispetto per così poco, e poi negli ultimi tempi incomincio ad avere qualche ripensamento.
Lo giuro.

Franco l’infermiere più esperto del PS, che chi sa come mai la Caposala ha deciso di affiancarmi in questa prima notte, mi dà le prime coordinate:
di notte siete due medici, tu e il chirurgo, coprite il PS e anche i reparti se vi chiamano,
naturalmente può allontanarsi uno solo per volta,
non ci sono i radiologi e le radiografie te le devi refertare da solo,
non ci sono specialisti neurologi, otorino,oculisti, neurochirurghi né chirurghi vascolari
anche se qualcuno è reperibile telefonicamente.

Sono proprio le parole che avrei voluto sentirmi dire.
Ingoio una compressa di alprazolam e comincio a lavorare.
Per fortuna c’è Franco, per fortuna ci sono gli infermieri.
Lo vedo lavorare e mi chiedo io cosa ci sto a fare qua sotto.
Sa sempre cosa fare e fa sempre la cosa giusta.
Quando mi vede titubante mi dà indicazioni, ma come se fossi io ad avere l’idea.

Arriva mattino, è sempre una buona cosa, ma oggi mi sembra anche meglio.
Me ne vado con un certo grado di soddisfazione: è andata, ho rotto il ghiaccio, non dovrei aver fatto grosse cazzate, ora vado a dormire il sonno dei giusti.

E’ solo un’illusione.
I casi mi ritornano su come cipolle.
tutti i pazienti che ho mandato a casa mi appaiono in sogno puntandomi l’indice contro perché sono morti poco dopo, quelli che ho ricoverato erano quelli che in realtà non avevano un cazzo.
Bastava invertirli.
Che razza di stupido, era così semplice.

Non sono portato per questa professione.
Potevo studiare chimica inorganica.
Mi assalgono tutti i dubbi, ho una crisi d’identità che mi fa fare certi salti nel letto, non riesco a dormire
C’è anche troppa luce.
E’ contro natura dormire la mattina.
Poi crollo e mi addormento profondamente, quando mi sveglio è già ora di andare a lavorare.

rem

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4 commenti

  • ania scrive:

    Io sono una specializzanda e la mia prima notte di guardia in reparto sarebbe stato un dramma senza il Franco della situazione.

  • renata scrive:

    tutti hanno avuto nella loro vita professionale il”franco”della situazione, poi però ti trovi solo e allora tutto si ripropone come le cipolle.

  • Nuur scrive:

    “E’ solo un’illusione.
    I casi mi ritornano su come cipolle.
    tutti i pazienti che ho mandato a casa mi appaiono in sogno puntandomi l’indice contro perché sono morti poco dopo, quelli che ho ricoverato erano quelli che in realtà non avevano un cazzo.
    Bastava invertirli.
    Che razza di stupido, era così semplice”.

    Ti ho amato per questo paragrafo.

  • Massi scrive:

    Volevo solo condividere con voi questo video molto carino della Croce Bianca di Cassina de pecchi.

    saluti

    http://youtu.be/qJqCnTeNgGI

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