casa di riposo

Tramonto d’autunno

Posted by Il Gatto e la Volpe on novembre 03, 2012
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foto di MV

Passando davanti alla finestra riguardò la panchina. Tante volte aveva fatto quel percorso per andare a far pranzo, con la sua andatura, sempre la stessa. Alcuni giorni erano stati più felici, altri più noiosi ma uno sguardo a quel giardino le aveva sempre regalato un istante di intensa emozione. Da lì osservava il susseguirsi delle stagioni e non poteva smettere di stupirsi della magia offerta dalla natura. Riflettè per un momento senza fermarsi ma non ricordava quanti anni fossero trascorsi da quando era passata da lì la prima volta. Eppure il giardino oggi le sembrava diverso. Non aveva mai notato quel cespuglio di lavanda che cresceva lì, vicino a dov’era appena stata seduta. Le venne un brivido, sicuramente era colpa dell’aria fresca che entrava dalla finestra.

Il menù oggi offriva il risotto con zucchine. Le piacevano le verdure di stagione e si accomodò al tavolo come ogni giorno. Ebbe un’esitazione e poi si girò. Sapeva che avrebbe incontrato il suo sguardo. Lui stava alzando il bicchiere nella sua direzione come per fare un brindisi. “Cin cin” rispose e ridendo tornò al suo pranzo.

Mangiò di gusto. La vita offriva ancora dei momenti di piacere e lei sapeva coglierli. Era una persona solare, con il sorriso e lo scherzo sempre pronto. Ma quella situazione non l’aveva proprio immaginata. Adorava stare al sole. Tutti le dicevano che doveva proteggersi ma il suo colorito rivelava le ore trascorse sul terrazzo negli ultimi tre mesi. Sapeva che quell’abbronzatura le donava e metteva in risalto la sua pettinatura. Ma non aveva più pensato che un uomo potesse essere interessato a lei.

Da parecchi anni era rimasta vedova. Sola nella sua casa aveva vissuto di ricordi e piccoli impegni quotidiani. Poi i familiari le avevano proposto quel soggiorno estivo. Sapeva che avrebbe dovuto decidere se la casa di riposo era il posto dove voleva trascorrere il tempo che ancora le rimaneva. Si era trovata bene. Era una persona socievole e la compagnia degli altri ospiti e le attenzioni degli operatori erano state gradite da subito. Le amiche più perfide il giorno della sua partenza l’avevano salutata con compassione. Ora avrebbe voluto mostrar loro il mazzo di rose e lavanda messo in bella mostra sul suo comodino.

“Ciao ciao” disse alla sua vicina di letto entrando nella stanza. Era il suo modo di salutare dei giorni felici. Sorrise. Quella mano appoggiata sulla sua le aveva dato una vera felicità. Sorrise ancora e dentro di sè ringraziò. Ora sapeva che il cuore funzionava ancora, anche se aveva superato gli ottanta.

Si coricò per il riposo pomeridiano e chiudendo gli occhi pensò che anche le cose belle stancano. Aveva vissuto tante esperienze ma la vita nasconde sempre delle sorprese. Il profumo dei fiori le allietava il riposo.

Quando si alzò si diresse allo specchio. I capelli bianchi erano lucenti e con la pinzetta aggiustò le sopraciglia. Ogni giorno le controllava. Sapeva che questi dettagli erano una coccola che regalava a sé stessa. Lui bussò alla porta lei lentamente e con gentilezza lo accompagnò alla poltrona. Questo era il bello dell’età matura. Poter fare entrare un uomo nella sua stanza con disinvoltura. Stavano per ore ad ascoltar musica e a chiacchierare. Era stato spontaneo e naturale. Per mesi non aveva notato che il tempo trascorso con lui era sempre maggiore. Le prime partite a carte, la festa dei compleanni seduti vicino, le gite all’agriturismo trascorse a ridere insieme. Aveva bisogno di aiuto per poter passeggiare in giardino e sempre più sovente era stato lui il suo accompagnatore. Giorno dopo giorno avevano allungato il tragitto fino a quando avevano preso l’abitudine di riposare su quella panchina per poi ripartire. Trascorrevano ore all’aperto. Lui non amava il sole ma la panchina era metà all’ombra. Non sempre parlavano, ma la compagnia l’uno dell’altro bastava. E poi erano iniziate dolcemente quelle piccole attenzioni. Non la facevano sentire più giovane. Non lo desiderava neanche. Ma davano sapore alle giornate; assaporava ognuno di quei gesti che le venivano offerti; erano un dono che non aspettava più.

Oggi lui era stanco perché quella notte non aveva riposato bene. Forse il caldo, forse aveva mangiato troppo la sera prima. Lei gli passò il succo di frutta che le avevano portato per distogliere l’attenzione dai suoi malanni. Avevano un’oretta di tempo prima della tombola tutti insieme. Non era il caso di uscire in giardino, lui avrebbe sofferto il caldo. Decisero di riposare un po’, lui con la visiera del berretto calata sugli occhi e lei accomodata dolcemente sul terrazzo. Il bello di questa relazione. Un rapporto senza diritti né doveri, senza gelosie o compromessi, in cui ognuno era libero di esprimere sé stesso nelle proprie fragilità dell’età avanzata con il piacere di sentirsi vivo.

Oggi erano particolarmente fortunati; la loro cartella aveva già vinto l’ambo e la tombola aveva regalato loro un pacco di biscotti cucinati dagli altri ospiti il giorno precedente. Lei era golosa, e bastò uno sguardo perché lui capisse che la panchina poteva accoglierli per la merenda.

Il sole d’agosto era ancora alto, ma l’aria era fresca e l’erba appena tagliata profumava il giardino.

Solo una volta lei aveva avuto timore. Per fortuna i suoi familiari avevano da subito capito che i sentimenti la mantenevano serena e che la compagnia di un uomo rassicurava e riempiva le giornate di una donna anziana ma ancora ricca di vitalità.

La cena fu frugale. Non le piaceva andare a letto dopo un pasto abbondante. Si mangiava piuttosto presto, ma durante l’estate apprezzava quest’orario: c’erano ancora alcune ore di luce che le permettevano di leggere e preparare i maglioncini che in inverno avrebbero riscaldato i suoi pronipoti. Si accomodo nel letto con la testiera alzata. Poi chiese gentilmente alla vicina di letto, che aveva meno difficoltà di deambulazione, di socchiuder le tende della finestra. Indossò gli occhiali scuri perché i raggi del sole non la infastidissero e lasciò libero lo sguardo. Con un po’ di fatica si sistemò i cuscini e si lasciò cullare dai pensieri che affioravano nella sua mente, affascinata dal tramonto che alleggeriva e addolciva l’autunno della sua vita. Per un attimo si voltò. Sì, la porta era socchiusa, sapeva che lui sarebbe ancora passato per augurarle la buonanotte e sorseggiare la tisana insieme.

Il Gatto e la Volpe

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