Esco di casa in fretta, direzione ospedale.
La città è una festa colorata di gente che prende parte a una gara podistica.
Chi non corre, guarda dal bordo della strada.
Gruppetti di gente con un cono gelato in mano, a godersi l´inizio dell´estate.
Qui esplode la vita.
E vorrei prendervi parte, ma sto andando a dare una mano perché Michele sta giocandosi ora la sua partita contro il tempo.
8 anni, recidiva di una leucemia, ora ricoverato con una sepsi fulminante, che in poche ore lo ha constretto al tubo, alla dialisi, e ora all´ECMO.
Sorpasso la vita che corre, e in poco tempo sono in terapia intensiva.
Fa caldo in questa stanza e io, gli intensivisti, i chirurghi e le infermiere che lavorano intorno a Michele, siamo tutti imperlati di sudore sotto le mascherine.
Massaggiamo mentre i chirurghi isolano l’arteria per l’ECMO, ogni tanto loro ci chiedono 5 secondi di pausa dalla RCP per poter lavorare senza strattoni continui.
I miei occhi al monitor, a cercare qualche cenno di attività cardiaca.
È in DIC, sanguina da ogni possibile punto, mentre ventilo vedo il tubo sporcarsi di gocce rosse.
Plasma, trombociti, rossi; senza sosta.
Bicarbonati, adrenalina, calcio gluconato; senza soluzione di continuo.
L´ECMO inizia a lavorare: niente polso, ma flusso.
La dialisi ripulisce l’iperkaliemia, il cuore ricomincia a muoversi.
Flussi cerebrali presenti.
Ipotermia controllata.
La camera si svuota, prima se ne vanno i chirurghi, poi alcuni degli intensivisti, rimane il perfusionista e il medico di guardia.
Quando torno le strade sono vuote.
L´aria dolce dell´estate mi fa bene.
Michele questa è la tua corsa, non mollare!
Gio