sedativi

il sonno di Babette

Posted by il guardiano on agosto 25, 2008
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E’ sicuramente la bambina che piange quella che Babette sente di là, ma ha troppo mal di testa per riuscire ad alzarsi. Sembra impossibile, eppure è proprio così, la testa le fa tanto male da scoppiare. Ci ha già anche provato ad alzarsi, ma proprio non le riesce. Per cui, pianga la bambina, pianga tutto il mondo, lei da quel letto non si muove. E ha un bel chiamarla, il marito, e scuoterla e sollevarla proprio di peso. Tutto è inutile. La sua testa è inchiodata al cuscino, e il corpo alla testa. E’ tutto così vero e tragico per lei, che non si accorge neppure dei soccorsi che arrivano, dei militi che le caricano sulla barella, e dell’ambulanza che corre impazzita verso l’ospedale. Per quel che ne sa, lei, è rimasta ancorata al suo letto, sepolta sotto tonnellate di dolore, come un fossile imprigionato nella roccia, dove niente e nessuno (nemmeno il pianto della bimba) potrà mai più raggiungerla.Babette non sa che una parte del suo cervello è stata distrutta. Bombardata da una malattia impietosa. Dove prima c’era sua figlia (20 giorni di bambina bellissima) ormai non c’è che vuoto e desolazione. L’unica cura è togliere le macerie, e mettere a riposo il resto. Ma a guardare da fuori quel disastro l’idea è che non ci sia più niente da fare: Babette resterà imprigionata per sempre nella sua montagna di detriti.

E’ notte, e tocca me andare a caccia di Babette. Tocca a me trovarla, rapirla da quel sonno indotto e liberarla dal guscio di pietra. “Non si sveglierà mai” penso mentre aspetto che finisca l’effetto dei sedativi. “Babette!” chiamo. “Babette”. Un movimento delle palpebre. Non ci credo e riprovo, più forte. La chiamo e la pizzico anche. Gli occhi si spalancano. “Babette mi senti?” E’ lieve il movimento del capo, ma indiscutibile: sì. Come riemersa da un’era preistorica gli occhi di Babette si accendono di luce. Pochi minuti, poi riparte il fluido ipnotico: il cervello deve riposare ancora un po’. Non c’è la sua bimba, in quello sguardo, non c’è la sua casa, suo marito… Non c’è niente di tutto questo, ma non importa. C’è Babette, e lei saprà ricostruirsi il suo mondo.

il guardiano

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