La noncuranza
è aiutare qualcuno
a fare un gesto
anche se
ce la può fare da solo
slowlyslowly
Qualcosa in comune
Ciliegie, un nome
qualcosa insomma in comune
su cui transitare per poter parlare-
ponti-
uno almeno-
e si torna a sedere in poltrona
a muovere le mani
a portare un golfino sulle spalle
da trattenere se scende-
qualcosa in comune
da trattenere- di cui parlare-
“ Mucche ne avevano 200, tori 100!”-
gli occhi si illuminano a questi
mitici numeri-
numeri da Odissea
e sacrifici agli dei
su spiagge bianche
e mari calmi o in tempesta-
Ulisse, Achille,
altri nomi, anche i nostri-
qualcosa in comune-
se non si ha
si è muti
slowlyslowly
Spesso si fanno belle chiaccchiere all’Hospice –
non sempre capita
ci dev’essere un pò di gioia in noi perché capiti –
qualche settimana fa si è parlato di giovinezza e vecchiaia –
e A. che ha 50 anni si è meravigliata
che abbiano cominciato a darle del lei
e una signora le ha detto: alla sua età mettevo la minigonna
e io ho detto: che bella la minigonna
e poi ho detto che sono entrata nell’età anziana
e una ragazzina davanti a me
rideva di tutto quello che dicevamo
e poi ho scoperto che ha tre figli –
eravamo in quel momento tutte donne –
a parte me e A. erano madri, figlie di persone
che nelle stanze erano a letto e stavano male –
ma lì nella nostra sala del thé c’era questa atmosfera
che mi faceva bene al cuore –
e prima ero andata a trovare A. nella sua stanza
ed ero contenta di vederlo parlare con un suo amico in visita –
mi ha guardato e chiesto: quali novità?
abbiamo accennato alla lotta dei minatori sardi –
poi lui mi ha detto: stai proprio bene oggi –
sì, gli ho risposto, hai visto mi sono messa anche la collana –
ho visto, ho visto, mi ha detto lui
C’è musica
e cibo
un vero buffet,
c’è una festa oggi
qui all’Hospice –
nella sua stanza l’uomo la ignora,
è tutto preso dalla sua visione verde –
” ci provo”, dice –
c’è il verde nella tela
e penso sia il verde
di questa primavera
piena di pioggia a sole –
non vuole i pasticcini
non vuole il thè
vuole la sua visione verde,
così la fa
Solo all’Hospice
appena esco dall’ascensore
e vedo la nostra stanza
la tisaneria – salotto
entro senza neanche saperlo
nel Qui e Ora –
i tavoli da sistemare
sono solo tavoli da sistemare –
e la bella tovaglia fiorita
è solo la bella tovaglia fiorita –
e i bicchieri e i piatti
sono solo bicchieri e piatti –
e salutare infermieri e dottori
viene spontaneo
e senza altri pensieri –
qui il cielo fuori dalla finestra
è solo cielo
cose e persone
sono solo cose e persone
senza aggettivi – giudizi -opinioni
senza fretta, ansia –
porte chiuse ce n’è anche qui
ma gli occhi di ieri
erano finalmente uguali ai miei
forse perché erano
chiari come i miei
e fissavano come i miei –
mentre ironizzavano sulla morte
i nostri occhi si sono fissati –
quei secondi in più
che di uno sguardo fanno un discorso –
è lo stupore che dobbiamo morire
e non c’è scampo.
slowlyslowly
Ho letto poesie
in una casa ammalata
dove io
egoista
trovo la pace-
allora una giovane donna
ha letto anche lei poesie
su un nido vuoto-
e un’altra donna
ha cantato
parole di musica
sacra-
aiutaci o Signore
Dio, Gesù, Buddha-
qualunque nome
t’abbiano dato-
se uno Spirito Santo
ci guida e ci porta
fuori dall’Inferno
della paura,
aiutaci-
a preservare,
rendere durevoli
questi tre momenti
di pura gioia comune-
ad entrare nella foresta
della paura
e lì trovare,
come per caso,
la gioia.
slowlyslowly
C’è una stanza
che dà luce a tutte le altre-
la vedi da lontano
attrae e respinge
alcuni intimidisce-
c’è una soglia sottile da attraversare-
é il mare del dolore
da percorrere a nuoto
a lunghe bracciate lente-
la soglia è questo mare
va dal corridoio alla stanza di luce-
lì il tè non è tè,
i camici non sono camici,
i dolci splendono
perché non sono i dolci-
sono una mano che si sporge
verso un’altra mano
da persona a persona-
il braccio che s’allunga
anche quello è un mare da percorrere
a lunghe bracciate lente-
la vita è un soffio
va e viene,
va e viene-
la donna anziana,
gli occhi splendono con o senza dolore
un lembo di lenzuolo
così candido, così candido
che liscia con mano esperta
con cui copre le proprie gambe
come fossero quelle di una figlia
di un bambino, di un marito
di cui prendersi cura
slowlyslowly