foto di HA
A volte ho paura del mio lavoro.
A volte penso che esponga la mia anima, e la lasci nuda di fronte a tutte le emozioni, belle e brutte, della vita.
Succede in 1000 modi diversi e sempre avverto quel colpo all´anima, che fa male.
Può essere durante una notte, quando l´adrenalina di un caso difficile ben risolto lascia lo spazio all´inadeguatezza totale di fronte a un altro paziente, di cui non capisco il problema.
Succede quando mi accorgo che, non importa quanti passi avanti ho fatto e quanta esperienza ho accumulato, non basta ancora, devo imparare, imparare ed imparare, perchè la medicina non è mai finita.
Succede quando sono stanca, svuotata, quando ho semplicemente l´impressione di aver dato tutto quello che avevo, fino al punto che ho la nausea, fino al punto che non so più cosa sia la mia vita fuori dal reparto e vorrei solo dormire, un lungo sonno riposante.
E in quel sonno mi vengono a trovare i miei pazienti, quelli che non ho potuto aiutare, quelli che ho lasciato andare. E loro mi rimproverano perchè io mi sento stanca. Che diritto ho di sentirmi stanca in una vita che loro non possono avere, ma desidererebbero? Una vita della quale loro vivrebbero ogni attimo appieno, invece di spegnersi tra la fine di un turno e l´inizio del successivo, come faccio io a volte.
E succede quando vorrei piangere ma non mi vengono le lacrime, quando non mi ricordo il nome di un paziente che non è più qui, quando sono cosi satura di cattive notizie che ascolto quella più recente mangiando uno snack, e neppure smetto di masticare.
Che persone siamo noi medici?
A volte penso che siamo persone terribili.
Perchè nessuno permette alla propria anima di essere cosi frustata e maltrattata.
Con che coraggio ogni giorno comunichiamo diagnosi terribili ai nostri pazienti, alle loro famiglie, per poi impacchettare il dolore, portarlo in fondo allo stomaco, e domani ricominciare di nuovo, ancora, e ancora, e ancora.
Chi sceglierebbe un lavoro del genere?
Chi continuerebbe ad amarlo, e a mettere in scacco tutto il resto, per qualcosa di simile?
Giò