Ciglia finte

Scritta da massimolegnani su gennaio 12, 2013
emozioni

Foto di MV

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E poi non mi ricordo che cosa avrei voluto dire, che cosa sentivo spingere appena sotto pelle come la terra smossa da una talpa, affiorano tra l’erba montagnole esatte, segno di un lavoro sotterraneo che non vedi, che cosa mi pulsava come l’infiammazione di un livido recente che ti duole e non ricordi dove hai battuto.

È che oggi non è più ieri e noi viviamo di farfalle, le ali silenziose che ti passano davanti e se ne vanno. A volte te le ritrovi nello stomaco o si mantengono a colori vaghi impressi sulla retina, se sai chiudere le palpebre un momento prima che sia tardi. E ti resta come un gusto sulla lingua, insegui quel sapore che non riesci a definire e nel frattempo sfuma. No, non saprei tradurre ora i pensieri che si affacciavano e sparivano, bolle d’ossigeno che dal buio dei fondali svaniscono appena salgono fino in superficie.

So che pompavo aria in due polmoni ignari che non sapevano che farsene dell’ossigeno e comprimevo un cuore che si manteneva immobile e testardo. Avevo voci intorno, quella febbrile attesa del primo pianto che irrompe con la vita nella sala a trasformare l’ansia in risa. Ma ancora non si ride. Passano i minuti, non avviene la magia di tante volte, e presto arriva il punto in cui la vita diventa più rischiosa della morte. Il primo battito interviene in quel momento, un istante prima della resa. Allora sei costretto ad andare avanti a testa bassa, riprendi questa vita con le unghie e la consegni al bilico del caso.

Questi i fatti, nudi come quel bambino che non voleva vivere. Ma non saprei dire che cosa mi passasse per la testa in quei momenti, ho il ricordo d’impressioni, sensazioni contrastanti, pensieri nobili e ignobili, farfalle e pipistrelli che svolazzavano e svanivano.

E forse è un bene questo silenzio della memoria breve, perché troppi hanno parlato in questi giorni fingendo di sapere esattamente il bene e il male e facendo credere che davvero gli importasse della vita di qualcuno.

A me resta la sensazione di un errore a non essermi fermato un momento prima della vita, che adesso quella vita sarà un calvario lungo che impiegherà degli anni a ritornare morte.  E poi, al polo opposto, ho in mente il senso d’euforia balorda che mi prende dopo e che prescinde dal bene e il male. Non è solo sollievo di cose andate per un certo verso bene, è un assurdo desiderio di compensazione al consumo d’emozione, il diritto ad un rimborso, qualunque sia, le labbra di un’infermiera senza nome che incontravo quando alzavo lo sguardo dal lettino, il sorriso rubato ad occhi sconosciuti, lo sguardo indecoroso su un dettaglio di qualcuna che lascia che io guardi.

Così per qualche ora mi muovo sballottato tra due estremi, poi tutto svapora in un metabolismo accelerato. Oggi mi rimane l’impressione che davanti agli occhi mi siano passate le farfalle ma non ne ricordo più il colore.

 

massimolegnani

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8 commenti

  • lunasioux scrive:

    profondo,delicato,devastante e sensibile al tempo stesso. come sempre. Grazie!!

  • labile scrive:

    la vita è sempre davanti ai nostri occhi e spesso anche nelle nostre mani.
    grazie per la scrittura delicata e preziosa.

  • daniela scrive:

    Bellissimo e vero. Sembra di esserci dentro quella sala. Emozionante. Grazie.

  • martin scrive:

    il più bel post che abbia mai letto in notti di guardia

  • Icy24 scrive:

    …quella consapevolezza è un peso difficile da portare… ma fermarsi anzitempo lasciando il dubbio di non aver fatto tutto quel che si poteva fare probabilmente sarebbe stato ben peggiore.. la tua angoscia traspare molto bene…

  • massimolegnani scrive:

    credevo che questo brano imperniato su divagazioni e pensieri sconnessi fosse troppo personale per essere condiviso.
    il vostro apprezzamento mi lusinga e mi dimostra che la comunicazione è sempre possibile.
    grazie a tutti
    ml

  • Guido Mura scrive:

    Fa piacere trovare esempi di scrittura di qualità, soprattutto in blog che non si pongono programmaticamente obiettivi di eccellenza letteraria. Questo e altri testi del blog mi sembrano veramente molto validi e ringrazio l’amica che me li ha segnalati.

  • gelsobianco scrive:

    Devasta questo tuo scritto.
    Colgo perfettamente la tua sensibilità, la tua voglia inconscia (sana secondo me!) che tutto finisca prima dell’inizio della vita del neonato e tutto quello che hai sentito dopo.
    Capto anche il tuo dover continuare.
    Sento la tua angoscia alla quale partecipo.
    Raccolgo la tua euforia particolare.

    E, poi, lasciamelo dire, sai scrivere veramente bene!
    “A me resta la sensazione di un errore a non essermi fermato un momento prima della vita, che adesso quella vita sarà un calvario lungo che impiegherà degli anni a ritornare morte. E poi, al polo opposto, ho in mente il senso d’euforia balorda che mi prende dopo e che prescinde dal bene e il male”

    Neppure io ricordo il colore delle farfalle che mi sono passate davanti agli occhi leggendo le tue parole!

    Grazie!
    Un sorriso
    gb

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