il miracolo della vita

Scritta da sognatore su agosto 10, 2009
testimonianze

Per me, studente infermiere al terzo anno e ormai prossimo alla laurea, era il primo giorno in un reparto di ostreticia. Un mondo nuovo, carico della gioia di teneri pianti felici, di genitori emozionati e cuccioli d’uomo che vedevano la luce per la prima volta. Era strano. Per me abituato al dolore e alla morte dei miei pazienti, ritrovarmi in quel posto.
“Andiamo” mi disse l’infermiera di quel giorno “c’è un parto”. E così la seguii come un cucciolo impaurito.
Era la prima volta che assistevo al miracolo della vita, che vedevo nascere una bellissima e sanissima bambina, che sentivo i suoi pianti e vedevo le lacrime di gioia dei neogenitori.
“Sognatore” disse l’infermiera mentre mi porgeva la bimba “tocca a te farle il bagnetto”. E così feci, con quel prezioso fagotto che mi sembrava più prezioso del tesoro dei setti mari, delicato come un calice di cristallo.
Lavo la piccola, le medico il cordone e faccio la profilassi con vitamina K e collirio, faccio gli auguri ai genitori ed esco dalla sala parto. Tremo, non riesco a smettere, sono emozionato. Eppure ormai avevo sviluppato un bel sangue freddo… avevo visto persone aperte come polli nelle sale operatorie, politraumatizzati, ustionati e morti nel pronto soccorso, ma era la prima volta che assistevo di persona a quel miracolo.
Mi metto nella mia stanza, parlo con l’infermiera per un pò. Lei esce un attimo e torna con la piccola nata poco prima
“Sognatore, la mamma è a fare la visita dal ginecologo, guarda la piccola per un’pò io vado dalla capo sala”
Un attimo di panico, io e lei da soli. La guardo nella sua culla, si sveglia e comincia a piangere.
La prendo in braccio, comincio a canticchiare un paio di vecchie canzoni d’amore. La piccola si calma mi sembra quasi di vedere un sorriso abbozzato sulle sue piccole labbra. Sento gli occhi lucidi, a stento riesco a trattenere una lacrima di commozione.
La mamma entra mi vede, mi immagino la scena: un ragazzone di un metro e ottantacinque, taglia 56 di spalle con quell’esserino di due chili e mezzo in braccio. Lei ride
“Sognatore, sei stupendo” mi dice.
Io non rispondo, abbasso lo sguardo e sorrido imbarazzato mentre rimetto la piccola nella culla e la riaffido alla cure della madre.
Sono le otto e mezzo, il mio turno è finito.
La strada è deserta ed il cielo terso e pieno di stelle, mi fermo un attimo a guardarle e le prego di sorridere sempre alla mia piccola assistita.
“Ciao principessa” sussuro “benvenuta in questo mondo”
Mi sento felice, bene come non mi sentivo da tempo ormai. Salgo in macchina e vado a casa, con la consapevolezza che, dentro di me, qualcosa era cambiato e quel perenne senso di solitudine mi aveva, per adesso, abbandonato.

sognatore

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