Archive for novembre, 2013

Rebus

Posted by Badev on novembre 29, 2013
emozioni / 3 Commenti
Foto di BDV

Foto di BDV

Contro il panorama della collina stavi fermo fermo, con il tuo segreto zitto tra le labbra.
Io non voglio scrivere di te, che sei solo da proteggere, da avvolgere in una carta velina azzurra, voglio scrivere di me, di noi che restiamo qui al posto tuo. Di noi che chissà che cosa ci aspettiamo da una fiala di adrenalina certe volte. Alle nove, abbiamo infilato il cappotto sopra la lisca che restava di noi stessi e ce ne siamo andati a casa curvi, scuotendo solo la testa, come resti di pesci mangiati e buttati in pattumiera.
Che dirti, bambino, se non che ora hai la chiave del rebus che a noi manca, noi che usiamo l’indicativo presente, ma siamo al buio e ancora in piena battaglia navale, noi fuori dal ventre della balena che non sappiamo esattamente a chi o a che cosa ti abbiamo restituito.
Sono rimasta un po’ con te, sbriciolata da domande, ben aggrappata alla scaletta di quella piscina in cui non saremo mai pronti per scendere, un luogo senza respiri, senza sillabe, senza un movimento della bocca per assaggiare queste buone fragole di aprile.
Ti ho guardato come si guarda una fiammella che si increspa al vento, ti ho osservato mentre approdavi, così bello e immobile, a una silenziosa riva di arrivederci.

Badev

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La fotografia

Posted by rens on novembre 25, 2013
citazioni / Nessun commento
foto di RR

foto di RR

Tu non fai una fotografia solo con la macchina fotografica.

Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto,
i libri che hai letto,
la musica che hai ascoltato
e le persone che hai amato.”

(Ansel E. Adams)

Rens

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Muscoli e cuore

Posted by Gio on novembre 20, 2013
cronache / 4 Commenti

Foto di NC

Foto di NC

Affretto il passo su per le scale dal Pronto Soccorso al Centro Trapianti, sono le 6 del mattino, lavoro da 22 ore, mal di gambe mentre salgo i gradini.

Entro in reparto, la mia seconda casa.

Le infermiere sanno che i turni di guardia sono lunghi e non mancano mai di lasciare su un tavolino comune qualcosa da bere e da sgranocchiare, è lì per tutti, si prende senza chiedere, in quella famiglia che diventa il tuo reparto.

Qui i bambini di notte sono da soli, coraggiosi combattono la loro battaglia che dura ben più di 22 ore e stanca molto più di una guardia a mangiar male.

Loro combattono per arrivare a un trapianto di midollo e combattono dal giorno del trapianto ogni ora di più.  Imparano a conoscere nemici dai nomi impronunciabili: adenovirus, graft versus host disease, capillary leak syndrome, e li combattono anche nel sonno stretti al loro peluche o alla bambola preferita.

Non sono più bambini quando escono da queste stanze, hanno fatto un balzo avanti di 1000 anni e acquisito una saggezza con la quale non mancheranno di renderti pan per focaccia ogni volta che proverai a dissimulare.

Come Robin, 6 anni, che è al secondo trapianto, lui la lezione la ha imparata a memoria, lui al giorno -2 mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: lo dirò solo una volta e poi piú, quello che fate non funziona con me, non serve a nulla.

Come Tommaso che ha 3 anni e oggi ha raccontato di aver sognato un posto meraviglioso, dove ci sono tutti gli animali che lui vorrebbe vedere, ma è un posto dove lui andrà da solo, noi non possiamo andare con lui.

Non ho mai lavorato con gli adulti, ma fare la pediatra in emato oncologia mi ha fatto pensare che tutti sanno quando stanno per morire, più spesso però gli adulti lo ritengono un pensiero inconfessabile, per se stessi e per gli altri, mentre i bambini, in alcuni casi, no.

E tu stai lì, con i loro occhi piantati addosso, deglutisci 1000 volte sperando di mandare giù anche le lacrime. Sai che hanno ragione perchè conosci la loro storia e i loro esami, hai cercato ogni possibile diagnosi differenziale per nascondere a te stessa la verità, che la battaglia è persa, che i muscoli sono stanchi, che il cuore ha galoppato abbastanza, che hanno bisogno di essere lasciati andare ed essere liberi da quelle stanze, da quei letti finti per bambini, che sarebbero troppo per qualunque adulto.

Ma stamattina le infermiere mi chiamano perchè Luca compie oggi 5 anni e proprio oggi potrà essere dimesso.

La stanza è stata decorata durante la notte, al suo risveglio ci sarà una festa. Ora firmo il biglietto di auguri che accompagna un regalo tanto desiderato: una nuova costruzione Lego della serie Star Wars.

Luca è qui da 230 giorni.

Vai a casa Luca, corri, corri a riprenderti i tuoi 5 anni e cancella questi 230 infiniti giorni!

E non girarti mai indietro.

Gio

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Buona vita

Posted by Gio on novembre 15, 2013
emozioni / 1 Commento

foto di NC

foto di NC

Questa é la notte dei neonati….

Di quei volti misteriosi per i quali ho deciso di fare il lavoro che faccio.

di quegli occhi che appena vedono il mondo comunicano e con un solo sguardo, quasi sfacciato, sono capaci di dirti senza vergogna tutto il bisogno che hanno degli altri.

Quante altre volte nella vita avrai il coraggio di mostrare tutte le tue debolezze? di piangere per le tue necessità e non vergognartene? quante volte la tua anima sarà cosi nuda, pura e cosi potente come in quei primi giorni di vita?

Stanotte il turno é tranquillo, rarità in questo Policlinico pediatrico di una grande città tedesca dove ogni turno mi costringe all´attenzione massima, dove attraverso la stanchezza continuo a sentire anamnesi e prescrivere terapie in una lingua che non é la mia.

Ma stanotte é una notte magica, solo neonati arrivano nella sala visite.

Noor, dagli Emirati Arabi, una breve visita in Europa per farla conoscere ai nonni e di improvviso una gastroenterite.

Mohammad, primogenito di 2 genitori giovanissimi, spaventati dalle prime difficoltà dell´essere papà e mamma.

Clara, che ha 2 settimane, ma ha un fratello piú grande che le ha regalato il primo virus respiratorio sinciziale e quindi il primo ricovero della sua vita.

Una tavolozza di colori, un miscuglio di lingue.

E poi lui.

La neonatologia mi chiama per fare la prima valutazione di un nuovo arrivato, 40 settimane gestazionali, 3100 grammi, parto spontaneo, maschio, Apgar 10-10.

Perché lo ricoveriamo?

Aspetta di trovare una famiglia, non é riconosciuto dalla madre naturale, é in lista per una adozione.

Eccolo li, roseo, piange, si dimena, succhia con tutta la sua forza il suo primo latte.

“Ho bisogno di tutto!” dice, “ho bisogno di tutto!”.

Ora é in braccio a me, dorme; un neonato che dorme é  la pace.

Si abbandona a me, lui abbandonato, lo stringo… sensazione ancestrale di reciproca appartenenza, di pienezza.

Buona vita piccolo!

Gio

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Manifesta amicizia

Posted by manuele on novembre 11, 2013
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immagine dell'autore

immagine di EB

Sai… in Congo in missione, una notte avevamo finito un intervento. E sono uscito fuori, sudato, ma neanche tanto stanco. Ho guardato in alto, le stelle… Erano grandissime, lucentissime, bellissime.

bellissime è forse un termine scontato ma non saprei dire altro ora. Erano grandi come massi e… lì, davanti a quest’immensità, e al calore di quella notte, ventilata, così piacevole da sentire sul viso, così fresco quel vento; io ho pensato a tutti, dico tutti, i miei veri amici…e come se una immensa forza e una grande luce e spirito provenienti da ciò che stavo ammirando, mi si manifestasse da fuori verso il mio dentro. E che in ogni secondo che piu’ guardavo e ammiravo quel luccioleto infinito tra il nero e il blu lucente, mi stava aprendo qualcosa nella mente….

Si, era la scoperta del vero senso d’Amicizia. L’Amicizia è una cosa potente. Sprigiona un’Energia enorme, potresti morire per essa anche davanti a uno stormo di mille cavalieri inferociti, ma non avresti mai paura, anzi, dentro te per quell’Amicizia diventeresti sorridente nonostante tante fatiche , tanti sforzi, tanto dolore, tanto sudore, tante lacrime, tanti sospiri…

l’Amicizia …una ineguagliabile forma d’Amore… il vero “senza avere nulla in cambio, senza aspettarsi nulla in cambio” .

Quella notte mi mancavano le risate dei miei amici, le loro prese in giro nei miei confronti, i nostri dolori condivisi, i nostri litigi con infiniti abbracci finali. Le nostre bevute e ubriacature di sonno, di divertimenti, di confidenze, di allegria, di tante albe e tramonti, e di giri in moto, di vento tra le braccia, di ricordi di scuola, di pagine di libri, di occhiaie,  di una sorta di stato dell’Anima che fisicamente si può forse paragonare a un piacevole ronzio nel petto che sale verso la gola, che irrora i tuoi occhi… ecco:  avevo scoperto o meglio mi era stata manifestata dal cielo di una notte stellata da non so quale Forza esteriore a me, nella mia Anima, quanto grande significato  e vigore avesse e desse l’Amicizia …. ecco cosa provavo quella notte… quella Notte di Guardia in Africa.

manuele

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